ADA L’IMPAVIDA – Uno / Eugenio e i fogli verdi

Allora, io avevo un fratello (veramente ne avevo due: ed eravamo due sorelle, ma di questo vi parlo un’altra volta) che mi somigliava tanto: se trovo una foto ve la faccio vedere. Eugenio, si chiamava. Era più piccino di me e, siccome abbiamo perso la mamma che s’era ancora bimbi e io ero più grandicella, e gli ho fatto un po’ da mamma io. Siamo cresciuti a polentina e fagioli, e i fagioli mica sempre… e ogni tanto un ovo. Insomma, siamo cresciuti. Io son nata che c’era ancora la guerra, la prima, ma un la ricordo punto, è finita che avevo un anno e mezzo, Eugenio invece è nato dopo, quando già c’era il fascismo, che solo a dirlo mi torna su una rabbia! Perché se non c’era il fascismo, se non veniva su quello, Eugenio c’era ancora, aveva preso una bella moglie, aveva fatto i figlioli e i nipoti e oggi mi veniva a trovare anche di giorno, non solo la notte quando dormo e me lo sogno col su’ bel sorriso.

Invece io i nipoti l’ho avuti, due maschi, ma un li vedo mai perché e vivono lontano, non so bene dove che io di geografia non è che son brava che ho studiato poco, nemmeno le elementari ho potuto finire che ho dovuto lavorare da quando avevo dodici anni ma questa è un’altra storia e un giorno ve la racconto ma non ora.

Allora, uno di questi due nipoti, il più piccolo, che poi piccolo per dire che è un omo e lavora e tutto, ma fidanzate niente, un giorno mi è venuto a trovare dal nord di dove vive, non so bene dove per via che ve l’ho detto ma come a Milano, solo che non è Milano. Eravamo lì che si parlava quando lui comincia a dirmi che c’erano le elezioni e se votavo.

E certo che voto, gli ho detto, che ho dovuto aspettare che finisse la guerra, la seconda, per poter votare, ci puoi giurare che voto, ovvìa.

Bene, mi dice, allora guarda qui, ti aiuto io, vedi?, devi votare questi qui.

E mi tira fuori dei fogli verdi con scritto sopra Lega.

Questi sono i migliori, nonna, mi dice. Come se io fossi una che non capisce le cose.

Allora mi sono alzata, che allora mi potevo ancora alzare da sola e invece adesso ho bisogno di Svitlana o del mi’ figliolo o della mi’ nuora su’ moglie, ma questa è un’altra storia e un giorno ve la racconto ma non ora, allora mi sono alzata e sono andata a prendere la scatola delle scarpe d’inverno del mio Lilli, che sono vedova da tanti anni, e sono tornata da mi’ nipote e gli ho messo la scatola davanti e lui mi guardava come uno che non capiva e infatti non capiva ma io stavo per spiegarglielo così poi capiva e la piantava con quei fogli verdi.

Allora, gli ho detto, quando il mi’ fratello Eugenio è partito per la guerra, in Albania l’ha mandato il maledetto, io pregavo tutti i giorni di rivederlo, e gli scrivevo e tutto, e alla fine è tornato. È tornato in una scatola grande come questa, e ci stava anche largo. Certo che ci vado a votare ma voto la falce e il martello, che se non era per loro Mussolini stava ancora qua e chissà quanta altra povera gente si piangeva i suoi fratelli e i suoi figli e padri e mariti e fidanzati, e anche le su’ mogli e figlie che quello n’ha ammazzati tanti senza guardare se eravamo òmini o donne, solo carne per i cannoni e tasche da prender soldi alla patria e le donne giovenche per figliare, eravamo. E non ho altro da dirti. Ora tu ti pigli quella carta e la vai a buttar via, no, che fai! Non nel bussolo sotto l’acquaio: la carta va con la carta, il vetro col vetro, ma dove vivi?

Ecco, ora però vado a mangiare, speriamo che mi hanno fatto le patate che mi piacciono tanto. E dopo un bel gelato, quello lo so che c’è.

Grazie di avermi ascoltato.

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In ogni caso nessun rimorso
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15 risposte a ADA L’IMPAVIDA – Uno / Eugenio e i fogli verdi

  1. stupende! le lettere, il continuo della storia di Ada, tu Fiamma e Alfredo…
    grazie! ❤

    • UtoFia ha detto:

      Ce n’è voluta per ritrovare la voce, le parole premevano e ora eccole qua. Grazie a chi ci è vicino, come te, in questa lunga, lunga storia d’amore.

  2. Alfredo ha detto:

    é saltato lo scritto di Bolano : la storia” viene riscritta giorno dopo giorno e come un’umile santa rammendatrice riempie pian piano i vuoti”

  3. Alfredo ha detto:

    Roberto Bolano: ( scusandomi per l’inesattezza della ‘n’, non ho tastiere spagnole), la storia <>.
    Così ho inteso il racconto della vita di mia madre e visto che per tutta la vita ha fatto la sarta, credo ne sarebbe stata contenta.

  4. Alfredo ha detto:

    Con la morte di mia madre finisce la famiglia Santini, una famiglia segnata da avversità economiche, infortuni (mio nonno precipitò da non ricordo quanti piani), lutti come la morte precoce di nonna Marietta che lasciò nonno Beppe solo con quattro bambini piccoli che allevò rifiutando di farli ospitare in orfanotrofi ma tirando avanti pur con fatica e con grande lavoro. Non si piegò davanti al fascismo e mai volle che i propri figli aderissero alle organizzazioni giovanili del fascismo, fascismo all’epoca in piena ascesa. La guerra lo costrinse ad abbandonare il paese e trasferirsi in città, tagliando così le sue radici, le sue abitudini, amicizie. Alla sua morte fu accompagnato a spalla, con le bandiere rosse, ai “Lupi” (il cimitero comunale di Livorno) dove riposa.
    Nonna Marietta fu sua degna compagna: per aiutare il bilancio familiare andava a lavare biancheria in casa dei “signori”, al rifiuto dei medesimi di darle un poco di vino durante il pasto ma solo acqua preferì lasciare il lavoro, e non certo per il vino ma per dignità personale. Nonna Marietta cantava, cantava sempre, sia in chiesa sia durante il lavoro. Mia madre ricordava un ritornello: “chi canta per amore e chi per rabbia […] c’è chi c’ha l’uccello e chi la gabbia…
    Quando lo conobbi era già vecchio (così mi sembrava), un uomo triste e silenzioso, la nostra meta era il circolo anarchico, una passeggiata ai giardini, una gassosa, una ‘pinolata’. Non lasciò mai un debito: mia madre gli assomigliò, non volle mai cambiali.

  5. Alfredo ha detto:

    Montenero 4-11-1940
    N 16
    Mio carissimo fratello
    Non puoi immaginare l’immenso piacere che ci ha fatto la tua lettera,
    dopo lunghissimi giorni che non si riceveva. non ti puoi immaginare
    come siamo stati male questi giorni senza avere tue notizie con tutto
    quello che si sapeva Ugenio tutte le sere ti raccomandavo a mamma che
    ti salvasse e ti dasse la forza di ostacolare tutto e con tutto questo
    cerca ancora te di non dimenticarla perche essa veglierà per te.
    Ieri domenica mi chiamò la mamma di Nato e mi tranquillizai un poco
    dato che aveva scritto Nato dove diceva che tu e Ascanio gli avevi
    scritto una cartolina alla quale tu stavi bene.
    Questa settimana è la festa dei morti io sono andata al cimitero da
    mamma ho pregato tanto per te, che tu possa tornare sano e salvo.
    Ugenio in quanto alla roba non l’ho ancora mandata via perche sono
    tutti rientrati all’ospedale, ma ancora se dovessero partire non te la
    manderei egualmente fino a che non sarete fermi. Ancora la sorella di
    Ascanio sta tanto in pensiero perche anche loro non ricevano da tanto
    tempo, in ogni modo stamattina lo chiamata e gli ho detto che vi siete
    trovati. Riguardo al sussidio ci a promesso il Bandinelli che ci
    pensava lui dato che e all’ufficio leva ti salutano il Bertolini la
    mamma di Nato e la sorella di Ascanio e più di tutti i nostri parenti e
    il casamento, ancora il fratello di Amanda non scrive e tutti si
    lamentano così ora termino con la speranza che presto tu mi scriva.

    Saluti e baci babbo Dino e più tua sorella Ada

    francobollo da 50

    Il soldato (E)ugenio Santini viene ferito gravemente dopo pochi giorni questa lettera scritta da mia madre.
    Trasferito su una nave ospedale diretta in Italia morirà il 5 dicembre del 1940 a soli venti anni in vista del porto di Ancona. La lettera viene
    ritrovata nel suo portafoglio riconsegnato a mia madre con delle foto che
    ritraggono un giovane sorridente. La salma ritornerà a Montenero
    (Livorno) grazie ai compaesani che provvederanno alle spese del
    trasporto funebre.

    La tomba si può vedere ancora nel piccolo cimitero di Montenero.

  6. Alfredo ha detto:

    Tirana 19/3/1940/XVIII

    Miei cari parenti vi scrivo questa mia per farvi sapere che godo di ottima salute come spero di voi tutti. Essendo la settimana santa ci anno concesso piu liberta del solito e cosi hò pensato di scrivervi due righi tanto per farvi avere mie notizie e con mio grande piacere sò che le accogliete molto volentieri. Sapete che in occasione della Santa Pasqua abbiamo a disposizione parecchi cappellani militari per confessarci e poi comunicarci, anchio sono uno dei primi a riceverla, voi non crederete che io faccio questo perche quando ero a casa non la facevo mai, ma quà lontani da casa si sente il dovere di compiere questa bella azione stasera abbiamo ricevuto la confessione e domani ci si Comunica, voi direte perche di mercoldi e non di domenica, dovete sapere che siamo parecchie centinaia di soldati e farla tutti di domenica sarebbe impossibile allora anno pensato di farcela prima tanto è la stessa cosa. vi mando questa foglia di olivo benedizione del cielo albanese e la terrete per ricordo. Altro non mi resta che salutarvi e augurarvi una bella Pasqua. vostro aff.o
    Eugenio

    Nota: ho intenzionalmente trascritto la lettera di mio zio Eugenio con i vari errori grammaticali.

  7. federico fagni nipote di ada santini. ha detto:

    ti appropi ti storie di vita che non ti appartengono,stai rubando aria e anime, che non erano di tua propieta fino a dieci anni fà. Sei brava.

  8. monica pareschi ha detto:

    Qui si piange e si ride, che bello!

  9. guerreronegro ha detto:

    Mi ricordo che quando ero (molto) più giovane i miei zii dicevano a mia nonna di votare DC.

    Bella storia.

  10. Lia ha detto:

    Commossa, ringrazio di cuore.

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